Corea del Sud, 2019 Regia Bong Joon Ho 
Palma d’Oro al Festival di Cannes 2019

Una famiglia disagiata che abita in un infimo sobborgo, appartamento sotto il livello stradale, piccoli lavori per sopravvivere, ma all’occorrenza anche tanta inventiva, coglie un’opportunità che non saprà sfruttare a pieno.
Il figlio ha la possibilità di ‘ereditare’ da un amico benestante le lezioni private di inglese da impartire a una adolescente di ottima famiglia. E una volta conquistata la fiducia della madre, si attiva per procurare lavoro presso quella stessa famiglia di ricchi superficiali e un po’ sciocchi, anche per genitori e sorella.
Le strategie messe in atto sono astuti e godibili stratagemmi che tuttavia introducono a una svolta inattesa e drammatica.
Qui mi fermo perché la trama vira improvvisa, anche se non del tutto inattesa, verso generi cinematografici diversi, ma tutti perfettamente coerenti allo sviluppo del racconto. Commedia, farsa, thriller si avvicendano attraverso una sceneggiatura che è un meccanismo a orologeria, spietato in tutti i sensi, sorprendente, perfetto.
Complici anche la fotografia spettacolare e rigorosa, e la regia sempre attenta e scevra da lungaggini. C’è critica sociale, senza che nessun intento didascalico appesantisca lo scorrere dei fatti. C’è una narrazione classica, ma al tempo stesso moderna e scattante. E infine c’è una storia che è anche una morale, senza che nessuno venga mai accusato o si senta vittima o carnefice

Forse la prima parte del film è più articolata e godibile, mentre la seconda scivola, a parer nostro, in qualche eccesso.
Difficile dire di più senza togliere la sorpresa.
Un film, insomma che deve essere assolutamente visto.

 

By manu52