Una notte di nebbia e freddo, uno strano incidente d’auto, l’uomo alla guida è Vogel (Toni Servillo, sempre ottimo), fino a poco tempo prima  noto ispettore di polizia della zona, adesso è qui con delle macchie di sangue sulla camicia, trattenuto e interrogato dallo psichiatra (Jean Reno)……flashback di pochi mesi indietro.

Uno dei migliori film dell’anno. A metà strada tra Hitchcock e Twin Peaks. Donato Carrisi, al debutto da regista, adatta per il grande schermo il suo omonimo romanzo. Storia ambientata ad Avechot, minuscolo paesino di montagna, dove nulla è come sembra e dove due giorni prima di Natale scompare Anna Lou, sedicenne dai capelli rossi. L’ispettore Vogel indaga, il professore Loris Martini (Alessio Boni) prima principale indiziato, poi praticamente spacciato. “La prima regola di un grande romanziere è copiare” dice il prof. ai suoi alunni durante una lezione di letteratura, poco prima di finire invischiato fino al collo. Parole profetiche. Ma sul banco degli imputati il regista mette anche lo sciacallaggio mediatico che si scatena attorno alla tragedia, la caccia la mostro da scovare nei processi in TV prima che in tribunale. E’ lo stesso Servillo/Vogel che in parte alimenta questo circo mediatico, ma anche molti altri personaggi del film non sono esenti da colpe. Alla fine un susseguirsi di colpi di scena forse eccessivo, e che determina i 127 minuti di durata del film. Ottimo il cast.

 

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