Remake del film giallo del 1974 con Albert Finney, tratto dal super-classico di Agatha Christie. Questa volta regista è Kenneth Branagh, anche attore nei panni del celeberrimo investigatore Hercule Poirot, ex poliziotto belga, ora detective.

Tra le opere più lette o almeno più conosciute di Agatha Christie, “Assassinio sull’Orient Express” è il classico giallo del tipo deduttivo, giallo ad enigma, detto anche Whodunit, contrazione dell’inglese “Who has done it?” (“Chi lo ha fatto?”), dove il lettore, o lo spettatore, viene a conoscenza dei vari indizi, man mano che questi si palesano durante la storia, allo stesso livello di visibilità di come si manifestano all’attenzione dell’investigatore; si tratta dunque di una sfida al lettore il quale, se attento, avrebbe (il condizionale e d’obbligo) alla fine tutti gli elementi per potere arrivare alla soluzione dell’enigma e scoprire il colpevole, solitamente all’interno di una ristretta cerchia di personaggi. Ma non tutti i comuni mortali posseggono le famose cellule grigie di Poirot….Un classico di tale genere letterario è ” l’enigma della camera chiusa “, cioè una storia in cui il cadavere della vittima viene rinvenuto in un ambiente “impossibile”, per esempio stanza apparentemente chiusa a chiave o sbarrata dall’interno.

Si sale a bordo a Istanbul, Poirot conosce subito i tredici viaggiatori di prima classe, tra questi un losco figuro (Mr. Ratchett, interpretato da Johnny Depp) che poco dopo la partenza offre dei soldi al famoso investigatore in cambio della sua protezione, in quanto teme per la sua vita, e ne ha ben donde visti i loschi traffici che maneggia. II nostro Ercole non fa quasi in tempo a declinare l’offerta che Mr. Ratchett viene trovato ucciso nel suo vagone letto, apparentemente chiuso a chiave dall’interno ecc….(vedi sopra).  Da questo momento i restanti dodici viaggiatori diventano tutti possibili sospetti, e da qui parte l’investigazione classica, dentro il treno nel frattempo bloccato dalla neve.

Gran bel film, tradizionale, che si gusta comodi anche grazie alla presenza di un cast stellare (Penelope Cruz, Michelle Pfeiffer, William Defoe, Judi Dench, tra gli altri). Il racconto sullo schermo è fedele al libro tranne che per pochissime licenze che il regista si prende; come per esempio la presenza, a bordo del treno, del dottore che qui diventa di colore (interpretato dall’attore Leslie Odom) non per un motivo legato alla trama ma soltanto in onore allo stucchevole politicamente corretto che impera ovunque ai giorni nostri nel mondo occidentale, anche e soprattutto al cinema, e che francamente ci ha un po’ rotto i “cabasisi”, come direbbe il commissario Montalbano, per restare in ambito poliziotti detective.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *