Le commedie francesi, a confronto di quelle nostrane, stupiscono sempre per la disinvoltura con cui affrontano lunghe e complicate conversazioni di carattere culturale, che alla fine sono proprio base e sostanza del film, cosa che le nostre commedie, anche le migliori, e mi viene in mente “Perfetti sconosciuti”, non si sognerebbero mai di osare. Come in un film del miglior Woody Allen, la gente parla per ore di libri, arte, film, musica, senza mai mostrare noia o insofferenza, addentrandosi nei dettagli, litigando persino, senza darsi per vinta e senza neppure abbandonare il cocktail o la sigaretta.
Ma a differenza del mitico Woody, dove sovente la conversazione scivola nel parossismo intellettualistico e di conseguenza nell’ironia, quando non addirittura nella satira, qui nel film “Il gioco delle coppie” il regista Assayas resta ben ancorato alla realtà.
Un editore, uno scrittore fra lo stralunato e il disagiato per mancanza di motivazioni autoriali, le rispettive mogli, amanti, segretarie, discutono di argomenti che sono ben ancorate anche alla realtà letteraria italiana. Sempre mangiando…
Il futuro del libro sarà l’eBook ? Il cartaceo sta scomparendo? Gli audiolibri sono veramente in testa alle vendite? Ha senso pubblicare, e quando, la versione digitale di un titolo editato tradizionalmente?
Ma soprattutto, un autore che scrive un libro in apparenza autobiografico, può rendere riconoscibili i suoi personaggi, o rischia querele dalla moglie separata?
La serietà e l’insistenza dei dialoghi monotematici può risultare inizialmente un po’ troppo insistita e quindi noiosa; fino a quando si percepisce l’ironia del regista. E si cominciano ad apprezzare le incongruenze insite nei personaggi e nei loro ruoli. A poco a poco la strategia si rivela e ognuno appare come è e non come credevamo che fosse. Grande prova attoriale di tutto il cast e ambientazioni da capogiro solo apparentemente semplici e fascinosamente disordinate. Quel tocco di nonchalance che i francesi sanno introdurre così bene e che distingue da sempre anche la loro filmografia. E sullo sfondo una critica non benevola, ma neppure velenosa alla nostra società, intellettuale e non.
Un buon film, da vedere.

 

By manu52

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