Serio e serioso intellettuale / manager (Antonio Albanese) che lavora a Roma per le istituzioni europee conosce il mondo delle periferie quando la figlioletta s’invaghisce di un ragazzino di borgata.  Albanese-Cortellesi è un ottimo ticket, il regista Milani punta il timone verso il genere farsa, tutto prevedibile ma anche molto divertente.

Il messaggio è che, prima o poi, chi tenta di uscire dalla propria gabbia sociale per entrare in quella altrui (borghesia versus proletariato, centro storico contro periferia, italiani contro immigrati ecc….) finisce male, e velocemente, come un gatto in tangenziale, appunto. Quando Albanese, studioso e consulente sulla direttrice Roma – Bruxelles di un think-tank per i fondi europei alle periferie, scopre che sua figlia ha una storiella con un ragazzino della periferia romana piu’ degradata, esplode il conflitto e la reale essenza delle persone appartenenti ad ognuna delle due caste, in barba al politicamente corretto predicato e fintamente coltivato in “tempo di pace”, cioe’ fin quando non capita ad ognuno di noi di imbattersi in differenze sociali che impattano la vita propria e dei figli. Albanese incrocia Paola Cortellesi, mamma del fidanzatino, popolana molto cafona e ancora piu’ tatuata, che subito gli massacra l’auto con una mazza da baseball, e vive con due ladre gemelle obese (Pamela e Sue Ellen, omaggio a serie TV americane anni ’80). Insomma, il festival del trash.
Albanese invece ha una insopportabile moglie (Sonia Bergamasco) che coltiva lavanda in Francia, frequenta prevalentemente i radical chic a piedi nudi di Capalbio ed è convinta, grazie alla sua presunta superiorita’ culturale, di farsi benvolere dalla selvaggia consuocera.  Non sara’ cosi, ovviamente, fino al finale scontato……

Il film di Riccardo Milani si dipana subito violentemente nel gioco degli opposti: nessuno spazio per un terreno di dialogo tra borghesia illuminata e periferia degradata. Anche e soprattutto grazie alla bravura del duo Albanese – Cortellesi, la commedia risulta molto divertente, anche se giuoca con stereotipi oramai stantii. 

 

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